Nella moderna Kuala Lumpur, Josephine, una prostituta soccorsa dalla strada, incontra una guida inattesa San Giovanni Eudes, che le mostra come la più inaspettata delle persone può fare il più grande dei cambiamenti in maniera positiva. Seguiamo Josephine in un viaggio attraverso il tempo e lo spazio nella Francia del 19° secolo, dove scopre la vita di Rose Pelletier – una giovane ragazza che cresce sull’isola di Noirmoutier, mentre la Francia affronta ancora i postumi della rivoluzione francese – e il suo viaggio per diventare Madre Maria Eufrasia, la fondatrice di una congregazione internazionale che ancora oggi promuove i diritti e l’emancipazione di donne, ragazze ed emarginati.

Nel primo atto, Josephine e St. John Eudes seguono Rose durante la sua infanzia, vedendo quanto sembri contraddittoria alle persone che la circondano. La tragica perdita dei suoi genitori conduce Rose in un collegio dove sogna di diventare suora. La tragica perdita dei suoi genitori conduce Rose in un collegio dove sogna di diventare suora. La sua propensione a infrangere le regole la porta al Rifugio, un convento gestito dalle Suore di Nostra Signora della Carità del Rifugio, fondato da Padre John Eudes. Vincendo la sfida della sua direttrice, Rose diventa una suora di questa congregazione, prendendo il nome di Suor Mary Euphrasia e, una volta nominata Superiora del Rifugio, quello di Madre Mary Euphrasia. Madre Eufrasia capisce che grande vantaggio sarebbe unire i diversi conventi che operano indipendentemente in tutta la Francia attraverso la creazione di una Casa Generalizia, si scontra però con la resistenza iniziale di alcune suore e dell’Arcivescovo Con l’appoggio dei suoi più cari compagni di missione, il conte Augustine e la contessa D’Andigne, e di altri amici, ottiene finalmente l’approvazione necessaria dal Papa per fondare il Generalato.

Nel secondo atto, Josephine e San Giovanni Eudes continuano a seguire Maria Eufrasia e i suoi amici mentre aiutano i poveri e gli emarginati. Eufrasia deve affrontare i problemi legati alla regola della clausura monastica, le suore del Buon Pastore sono obbligate a rimanere nei loro conventi, e il vescovo Angelbault si rifiuta di dare l’approvazione per farle uscire. Maria Eufrasia e il conte Augustine incontrano Ashura (che rappresenta molte donne in difficoltà e che rimangono senza nome). È una schiava proveniente dal Congo, a cui offrono protezione nel loro rifugio. Mentre Ashura all’inizio è sospettosa del loro aiuto, Euphrasia la conquista con la sua sincerità, Euphrasia si trova ad affrontare diversi problemi, tra cui la morte dei suoi cari amici e il numero crescente di richieste di assistenza per il lavoro che deve essere svolto. Poiché il vescovo continua ad opporsi, Eufrasia decide di costruire un tunnel che permetta alle suore di accedere facilmente al campo della missione. Arriva il momento degli addii: Eufrasia deve separarsi da Ashura, che ispirata dalla compassione e dallo zelo di Eufrasia, desidera aiutare il prossimo nei paesi d’oltremare. Josephine torna al presente.